185 – g64
Sarcofago di Sosia Herennia a decorazione architettonica con acroteri angolari, del tipo a tetto displuviato. Sulla fronte, ai lati e negli acroteri la lavorazione è rimasta incompiuta. Metà – fine III secolo d.C. (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago di Sosia Herennia a decorazione architettonica con acroteri angolari, del tipo a tetto displuviato. Sulla fronte, ai lati e negli acroteri la lavorazione è rimasta incompiuta. Metà – fine III secolo d.C. (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago a cassa liscia di calcare. V – VI secolo d.C. (Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena)
Sarcofago a cassa liscia di calcare, anepigrafe, costituito da cassa e coperchio a doppio spiovente con acroteri angolari. V – VI secolo d.C. (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago a decorazione architettonica con coperchio displuviato con grandi tegole, coppi e con acroteri agli angoli decorati sulla fronte con le rappresentazioni simboliche delle stagioni. 150 – 170 d.C. Il sarcofago venne riutilizzato in età tardoantica. (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago a cassapanca di marmo. Il coperchio, a forma di tetto displuviato, è munito di acroteri angolari. Ultimo quarto del III secolo d.C. (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago Valentini, a decorazione architettonica. Il coperchio, a forma di tetto displuviato, è munito di acroteri angolari. Fine II – inizi III secolo d.C. Riutilizzato intorno alla fine del III secolo d.C. da M. Aurelius Processanus, la cui iscrizione fu sostituita nel XVII secolo da quella dei Valentini ma è a noi nota dalla cronaca di Tommasino de’ Bianchi (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago a cassa liscia, privo di iscrizione. Conteneva una coppia di defunti separati da una lastra di marmo. V secolo d.C. (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago Fontana, in marmo a cassapanca. III secolo d.C. Probabilmente reimpiegato in età tardoantica (Museo Lapidario Estense)
Sarcofago Bellincini, realizzato in età medievale utilizzando probabilmente elementi di monumenti funerari di età romana o tardoantica. Fu assemblato nel XIV secolo per essere utilizzato come sepoltura del giurista Bellincino Bellincini morto nel 1315 e collocato all’esterno del Duomo verso piazza Grande (Museo Lapidario Estense)
Frammenti del sarcofago di Sulpicia Triaria, conservato presso il Museo del Castello di Canossa (RE) dove venne utilizzato da un avo della contessa Matilde. Alcuni autori ritengono che il sarcofago, di cui oggi restano solo due frammenti ma che è noto da un disegno quattrocentesco, provenisse da Mutina. IV secolo d.C.
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