Sarcofago romano reimpiegato nel 1434 per Albertino e Galeazzo Boschetti, come attestano l’iscrizione gotica posta sul coperchio e l’inserimento delle armi gentilizie sulla fronte. Museo Lapidario Estense.

Il reimpiego nobiliare

A partire dal secolo XV si assiste al progressivo accentramento del potere nelle mani di poche potenti famiglie modenesi: ai sarcofagi esposti attorno al Duomo come celebrazione cittadina o borghese del singolo personaggio distintosi nella sua professione o mestiere, si affiancano e vanno sostituendosi le sepolture dei nobili, che attraverso l’utilizzo dei sarcofagi romani, sanciscono, in una dimensione del tutto “privata” del reimpiego, le gloriose origini della propria casata.
Il riutilizzo degli antichi sarcofagi da parte delle famiglie nobili poteva essere limitato all’aggiunta di un’iscrizione, ma nella maggior parte dei casi comportava pesanti rifacimenti dell’apparato decorativo.

Sarcofago di Peducaea Iuliana (rinvenimento 68); il fianco sinistro mostra lo stemma nobiliare della famiglia Boschetti. Museo Lapidario Estense.

 

Le figurazioni originarie non venivano però cancellate in quanto l’iconografia pagana, attraverso la reinterpretazione paleocristiana e medievale, era stata assorbita dalla religione cristiana.

Oltre al reimpiego attestato per Albertino e Galeazzo, altri due furono i sarcofagi romani utilizzati dalla famiglia Boschetti: uno è quello già usato agli inizi del XII secolo dal console Azzo, l’altro è il sarcofago di Peducaea Iuliana, che venne posto presso il sagrato del Duomo “davanti alla facciata…”. Il suo reimpiego da parte dei Boschetti fu “certificato” dall’inserimento dello stemma familiare nel fianco sinistro accompagnato da una breve iscrizione.

Il sarcofago di Clodia Plautilla, proveniente probabilmente dall’area di Largo di Porta S. Agostino, venne reimpiegato dalla famiglia Balugola che rispettò tutte le decorazioni e iscrizioni originarie del monumento, accontentandosi di testimoniare l’avvenuto riuso con una scritta nella parte superiore dello specchio epigrafico.

Sul coperchio, realizzato in età medievale, sono visibili tracce di un’iscrizione in latino con caratteri gotici. Il sepolcro dei Balugola era esposto in Piazza Grande a fianco della Porta Regia del Duomo.

Sarcofago di Clodia Plautilla (rinvenimento 55), poi Balugola. Museo Lapidario Estense.

Il sarcofago di Peducaea Hilara risulta collocato nel 1443, forse all’epoca del suo rinvenimento, all’interno della Cattedrale, sul fronte della cappella Balugola (Cappella del SS. Sacramento). Durante il XVI secolo esso fu spostato nel sottoscala che porta alla sagrestia del Duomo dove è documentato nel 1612; da qui per concessione del Capitolo della Cattedrale fu trasferito nel 1828 nel Lapidario Estense.

 

Sarcofago di Peducaea Hilara, decorato lungo il bordo superiore da un fregio dorico con metope e triglifi ornati da bucrani e rosette. Seconda metà I secolo a.C. – inizi I secolo d.C. Museo Lapidario Estense.