Le Terme

Nel mondo romano le terme svolgevano funzioni non solo igienico-sanitarie, ma anche sociali e culturali; oltre agli ambienti termali propriamente detti erano infatti dotate di palestre, piscine, locali per cure estetiche come massaggi e depilazione, e a volte di sale appositamente attrezzate per conferenze, letture o esibizioni musicali. Qui era possibile incontrare quotidianamente uomini e donne di tutte le condizioni sociali, grazie anche al costo di ingresso ridottissimo o a volte gratuito.

Le Terme di Mutina.

A partire dal ritrovamento, avvenuto nel 1844-45 sotto l’attuale Palazzo della Provincia, di due ambienti con ipocausto pavimentati a mosaico e a lastre di marmo, oltre a numerosi altri elementi architettonici e decorativi di notevole pregio (rinvenimenti 251 e 252), è stata ipotizzata la presenza di un importante complesso termale, databile a partire dal I secolo d.C., nelle vicinanze del foro di Mutina.

Il Calidarium.

Il Calidarium.

La ricostruzione della planimetria delle terme è stata effettuata tenendo conto degli elementi conosciuti e aggiungendo altri ambienti che potevano essere presenti in base ai confronti con terme coeve attestate in Italia. A nord l’ingresso delle terme è caratterizzato dalla presenza di una grande palestra, circondata da un quadriportico; dalla palestra si passava all’apodyterium (spogliatoio), da cui si accedeva a due tepidaria (stanze riscaldate a temperatura intermedia) e successivamente al caldarium (la stanza a temperatura più alta, adibita ai bagli caldi). Il percorso termale si completava, attraversando nuovamente i tepidaria, con una sosta nel frigidarium, ambiente non riscaldato con vasca riempita di acqua fredda.

Tra i reperti archeologici rinvenuti nello scavo ottocentesco si conserva un frammento di statua con mano che stringe un serpente, attribuibile a una rappresentazione di Igea, divinità salutare che bene poteva trovare posto all’interno di un complesso termale.

La presenza nelle vicinanze delle terme di strade basolate, spiazzi lastricati, condutture idriche e fognature (rinvenimenti 246, 247, 249, 250, 251) concorre a identificare la zona come un’area monumentale a destinazione prevalentemente pubblica.