Elmo di un gladiatore rinvenuto a Pompei. Napoli, Museo Archeologico Nazionale

I Gladiatori

L’addestramento dei gladiatori, a seconda delle singole specialità, era affidato ad istruttori (doctores), verosimilmente anch’essi gladiatori di maggior esperienza ed anzianità, ormai liberati dall’obbligo di combattere nell’arena.

I tipi di armatura finora documentati in Cisalpina sono quelli anche altrove più ricorrenti, la maggior parte dei quali ben conosciuta grazie alle raffigurazioni in rilievi e mosaici: basterà ricordare il mosaico policromo di Verona, in cui per ciascun gladiatore si indica il nome e l’esito dell’incontro. Le iscrizioni menzionano in particolare i reziari (con tridente, pugnale e rete quali armi offensive, protetti solo da una manica e dal galerus, rispettivamente al braccio e alla spalla sinistra) ed i loro avversari, detti controreziari, o talvolta secutores, forse in quest’ultimo caso per la tattica di combattimento basata sull’inseguimento (gli uni e gli altri erano armati con elmo a calotta licia, gladio, scudo oblungo e gambale sulla gamba sinistra).

Sono documentati anche i traci con elmo ed alto cimiero, piccolo scudo rotondo, corta spada ricurva e gambali ad entrambe le gambe. Alla categoria dei gladiatori armati pesantemente appartenevano i mirmilloni, gli oplomachi ed i provocatores che si distinguevano tra loro probabilmente per alcune particolarità dell’armamento o semplicemente per la tattica di combattimento.

I giochi gladiatori e le venationes (cacce) si distribuiscono su di un arco cronologico che dall’età Augustea fino al IV secolo d.C. I giochi erano organizzati in genere da membri della classe dirigente locale (magistrati e Seviri), tenuti per legge a manifestare la loro munificenza verso i propri concittadini con l’allestimento di spettacoli o con il finanziamento di opere pubbliche.
Anche in Cisalpina la crisi di questi costosi spettacoli andrà accentuandosi nel corso del III secolo d.C. e soprattutto del IV, ma a Mediolanum (Milano), sede della corte imperiale, spettacoli di cacce sono offerti da personaggi d’alto rango, in occasione della loro nomina a consoli ancora sullo scorcio del IV secolo d.C.

Mosaico con scena di combattimento tra gladiatori.
Verona, Museo Archeologico