Interno del Duomo. In primo piano due colonne con capitelli corinzieggianti.

L’antichità come modello

L’opera di Lanfranco e Wiligelmo è permeata da un’evidente attenzione nei confronti del mondo classico. I richiami all’antico si esplicitano nella scelta di determinate soluzioni architettoniche, quali la serie di semicolonne aggettanti poste su di un basso podio del fianco settentrionale della cattedrale, la cui regolarità ricorda il colonnato di un tempio antico. La stessa suggestione si ritrova all’interno del Duomo, dove ai pilastri si alternano colonne in marmo di Verona, sormontate da capitelli corinzieggianti che mostrano un evidente rimando ai capitelli corinzi dell’antichità classica.

Facciata del Duomo. Wiligelmo. Iscrizione commemorativa della fondazione della cattedrale (1099) sorretta dai profeti Enoch e Elia.

L’epigrafe posta sulla facciata del Duomo a ricordo della fondazione dell’edificio e dell’eccellenza scultorea di Wiligelmo è incisa su di una lastra sorretta dai profeti Enoch ed Elia, atteggiati come gli eroti raffigurati nei sarcofagi di età romana.

Un’altra rielaborazione del motivo degli eroti si coglie su due lastre, anch’esse murate sulla facciata della cattedrale, che rappresentano due fanciulli alati che si appoggiano ad una fiaccola rovesciata e tengono in mano una coroncina funeraria, un’iconografia indubbiamente derivata dai monumenti funerari romani.

Facciata del Duomo. Wiligelmo. Eroti con fiaccola rovesciata.

Facciata del Duomo. Wiligelmo. Eroti con fiaccola rovesciata.

Per i rosoni posti nel cielo degli architravi del portale principale e della Porta della Pescheria della cattedrale, fonte di ispirazione sono i lacunari dei soffitti a cassettoni di età romana, ma anche le edicole dei monumenti funerari, di cui esistono frammenti reimpiegati nel Duomo stesso.

Lo scultore medievale ne cambia la destinazione, fino a farne un’aerea decorazione per i portali come in altri esempi noti a Cremona, Verona e Ferrara.

Duomo. Particolare dei rosoni dell’architrave della Porta della Pescheria.

Il mascherone fogliato che compare al centro dell’architrave della Porta Maggiore del Duomo riprende un motivo frequente nell’arte romana. A Modena è attestato su un capitello di età tardoantica, recuperato in località La Bruciata nel XVI secolo e reimpiegato come acquasantiera all’interno della cattedrale. Non è escluso che il capitello fosse già visibile alla periferia della città nel XII secolo e che ad esso si sia direttamente ispirato Wiligelmo per il mascherone dell’architrave.

Rimane oggetto di discussione se il capitello e gli altri materiali architettonici di pregio recuperati nel corso del Cinquecento presso la Bruciata siano da mettere in relazione ad un luogo di culto extraurbano o non rappresentino piuttosto i resti di un deposito di materiali antichi trasportati a Modena in età medievale per essere destinati al reimpiego.

Facciata del Duomo. Wiligelmo, particolare dell’architrave della Porta Maggiore con mascherone fogliato.