Stele degli Statii (rinvenimento 310) con la dedica dell’oste (copo) Publius Pomponius Anteros, scolpita sul lato della stele. Museo Lapidario Estense.

Artigiani e mercanti

Mutina vive in età imperiale una situazione di benessere economico che vede l’affermazione di un florido ceto medio, fatto di artigiani, professionisti e mercanti, alcuni dei quali hanno lasciato traccia di sé e della propria professione nelle iscrizioni funerarie.

Nella stele dalla famiglia degli Statii e dei liberti Pomponii appare la dedica del copo, ossia oste, Publius Pomponius Anteros. Gli Statii dovevano essere i proprietari della domus dai quali i Pomponi avevano affittato i locali adibiti a osteria.

Oltre a numerose attestazioni legate alle professioni della filiera tessile, a Modena sono noti un orefice, Caius Petronius Mantes (rinvenimento 344) che fu anche decurione della città, un medico, il liberto Caius Tatius Bodorix probabilmente di origine celtica, e un precettore (rinvenimento 337).

Le attività commerciali e artigianali della città erano spesso svolte da liberti, personaggi di origine servile che grazie alla liberalità del padrone e alla loro attività erano riusciti a guadagnarsi la condizione libera.

L’ascesa sociale dei liberti è ben evidenziata dalle numerose sepolture fatte costruire da molti di loro per sé e per la propria famiglia, o in onore dei loro antichi padroni con cui spesso condividevano l’area sepolcrale.

I liberti mantenevano infatti una serie di obblighi soprattutto di natura economica nei confronti di coloro che li avevano affrancati dalla condizione servile, fra cui quello di contribuire alle spese di sepoltura. Per potere erigere tombe particolarmente importanti venivano anche costituite delle societates tra liberti: come testimonia un’iscrizione oggi perduta (rinvenimento 800), una delle aree sepolcrali più ampie della necropoli orientale di Mutina era stata acquistata da un gruppo di nove persone, tutte di origine libertina.

Un’altra stele, quella di Lucius Arruntius Rufus (rinvenimento 344), riporta la dedica di un gruppo di liberti e liberte ai loro patroni. Spesso i liberti di condizioni più agiate entravano a far parte di sodalizi di tipo professionale o dedicati a particolari aspetti del culto imperiale, come il collegio degli Apollinares, ampiamente attestato nella documentazione epigrafica modenese.