Frammenti di maschera fittile. Modena, Magreta, dall’area dei Campi Macri

I Campi Macri

Uno dei più importanti mercati di bestiame dell’Italia antica, famoso per la fiera-mercato degli ovini che si teneva annualmente, si svolgeva nel Modenese in una zona nota con il toponimo Campi Macri.

Il mercatus richiamava operatori anche da notevoli distanze: nel I secolo a.C. Turranius Niger, appassionato allevatore cui Varrone dedica il secondo dei suoi libri sull’agricoltura, vi si recava spesso per acquistare ovini. La località era evidentemente dotata di strutture stabili se Strabone la cita fra i centri ubicati tra Parma e Bologna.

I Campi Macri sono menzionati un’ultima volta attorno al 70 d.C. da Columella in riferimento all’ottima lana del territorio. In quell’epoca, però, il mercato e la fiera non si tenevano più in quel luogo: un decreto imperiale del 56 d.C. aveva infatti autorizzato la demolizione di fabbricati in stato d’abbandono situati nella zona.

Frammento di arula fittile, di thymiaterion, di figura itifallica e altri frammenti di coroplastica. Modena, Magreta, dall’area dei Campi Macri

Ai Campi Macri sono anche legate alcune delle vicende più importanti della storia di Modena romana. Nel 177 a.C. si accamparono presso questa località i consoli romani impegnati nella guerra contro i Liguri per la completa conquista del territorio modenese. Nove anni dopo vi venne a svernare con il suo esercito il console Caio Licinio.

Si è molto discusso sull’esatta localizzazione dei Campi Macri, che una lunga tradizione di studi riferisce per l’affinità dei toponimi all’attuale abitato di Magreta, ubicato sulla sponda destra del fiume Secchia non lontano da Modena e dalla via Emilia. Alcuni importanti rinvenimenti archeologici sembrano effettivamente offrire elementi per identificare i Campi Macri in una zona prossima a Magreta, nell’area compresa tra i fondi Colombaia, Gazzuoli, Podere Decima e il fiume Secchia.

In questa zona sono stati infatti scoperti numerosi reperti da riferire a necropoli, a resti di ville, fattorie e impianti produttivi di età romana, tra i quali è da segnalare un’importante fornace per la produzione di ceramica di tipo ellenistico.