L’Anfiteatro

Una città dell’importanza di Mutina doveva essere dotata di grandi edifici pubblici e per spettacoli, tra i quali l’anfiteatro. Le alluvioni che interrarono Modena tra il Tardo Antico e l’Alto Medioevo seppellirono le vestigia dell’antica città romana ed è presumibile che eventuali ruderi emergenti siano stati utilizzati nel Medioevo come cave di materiale edilizio. Per questo motivo anche dell’anfiteatro non resta oggi alcun tangibile resto.

Anfiteatro di Mutina

Anfiteatro di Mutina

L’esistenza di un anfiteatro a Modena è testimoniata indirettamente da Marziale, poeta latino del II sec. d.C., che racconta di un lavandaio che offrì ludi alla città (Epigrammi, III, 59).

Un’ulteriore conferma indiretta è fornita dall’andamento curvo delle vie Mondatora e Canalino, che potrebbe corrispondere alla persistenza topografica delle murature dell’anfiteatro, sfruttate come fondamenta degli edifici attuali. Negli anni ’40 del Novecento Adamo Pedrazzi, attraverso trivellazioni nelle zone cortilive e negli scantinati dei palazzi moderni, rilevò la presenza ininterrotta di manufatti in laterizi ad una profondità progressivamente crescente, procedendo dalla strada verso l’interno degli edifici. Tale evidenza fu interpretata come un indizio dell’esistenza di strutture a gradoni riferibili alla cavea di un teatro o di un anfiteatro (rinvenimento 212).

Vista ravvicinata dell'Anfiteatro.

Vista ravvicinata dell’Anfiteatro.

Altro indizio dell’esistenza di una importante struttura è il “grosso muro” in laterizi individuato nel 1883 in via S. Geminiano assieme a frammenti architettonici in pietra e marmo (rinvenimento 213).

In base ai dati a disposizione, le dimensioni dell’anfiteatro potrebbero corrispondere a un’ellisse di 130 x 95 metri, misure compatibili con quelle di anfiteatri presenti in Italia Settentrionale; sulla base di questi confronti si propone una ricostruzione puramente evocativa dell’edificio.