Impianto urbano di Mutina in età imperiale.

Età imperiale

L’espansione economica, sociale e demografica che si registra a partire dall’età augustea e nei primi decenni del I secolo d.C. corrisponde anche ad uno sviluppo della città, che assume ora pienamente le caratteristiche di una città romana con grandi edifici pubblici di tipo monumentale e con ricche dimore private. Tale sviluppo coincide anche con un ampliamento dell’area urbana che si allarga probabilmente su tre lati, raggiungendo un’estensione vicina ai 50 ettari. L’espansione comportò forse anche opere di deviazione di corsi d’acqua.

L’attuale tessuto urbano non conserva persistenze chiaramente riconoscibili dell’antico impianto di Mutina con l’eccezione della Via Emilia il cui percorso odierno, a parte alcuni leggeri spostamenti, ricalca quello dell’antica strada consolare.
Una possibile persistenza nella topografia attuale della città potrebbe riguardare l’anfiteatro, la cui presenza è stata ipotizzata in base alla conformazione semicircolare di Via Mondatora e Via Canalino e da alcuni ritrovamenti (212, 213).
Alla prima fase del periodo imperiale sono verosimilmente da attribuire alcuni rinvenimenti di strade e collettori fognari trovati soprattutto attorno alla zona di Corso Adriano e Rua Pioppa, in prossimità dell’area dove probabilmente erano il foro con gli annessi edifici pubblici e religiosi e un impianto termale.

I ritrovamenti archeologici dell’area di Corso Adriano e Rua Pioppa forniscono indicazioni per un’ipotetica ricostruzione del reticolo viario della città in età imperiale. Prendendo in considerazione la distanza fra alcuni rinvenimenti riferibili a due strade parallele, identificabili come due cardini, e alcuni condotti fognari, che probabilmente correvano sotto due decumani, si può ipotizzare un’organizzazione ortogonale basata su un modulo di un actus e mezzo (circa 53/54 metri). Tale modulo è attestato anche in altre città dell’Italia settentrionale e, tra l’altro, a Parma, colonia fondata insieme a Mutina nel 183 a.C. e che, come Mutina, ebbe importanti riorganizzazioni urbanistiche a partire dall’età augustea.

Oltre ai grandi edifici pubblici e religiosi a Mutina erano ovviamente presenti numerosi edifici residenziali ed esercizi commerciali. Le conoscenze sulle dimore cittadine sono molto limitate. Resti di mosaici e di edifici di una certa consistenza e pregio furono trovati negli scavi per la realizzazione delle fortificazioni cinquecentesche e durante l’Ottocento. In un periodo a noi più vicino, fra il 1950 e il 1970, furono individuati resti di domus nel corso di lavori edilizi. La distribuzione di questi edifici sembra indicare una “vocazione” di zona residenziale di prestigio per gli isolati più vicini alla Via Emilia, sia a Sud, nelle vicinanze dell’area dove è stata ipotizzata la presenza del foro e di altri isolati a destinazione pubblica, sia a Nord soprattutto nella zona compresa fra Via Farini e Corso Canalgrande. La scoperta di resti di mosaici, di intonaci dipinti, e di alcuni arredi domestici di particolare pregio fanno supporre l’esistenza di domus lussuose e raffinate (rinvenimenti 145, 225, 271).