358. Via Emilia Est – Via M. Bonacini – Via D. Cucchiari
Strada e necropoli. Età tardoantica e romana
1998. Scavi in occasione della messa in opera del collettore fognario di levante (scavi Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna)
A 4,50 m di profondità è stato messo in luce un tratto dell’antica Via Emilia, databile ad età tardoantica, con pavimentazione costituita da frammenti di laterizi e ciottoli. Alla strada facevano da massicciata di contenimento o da banchina transitabile blocchi lapidei recuperati da vari monumenti funerari più antichi provenienti con ogni probabilità dalla necropoli orientale di Mutina. A nord della strada, più precisamente all’inizio di Via Bonacini, è stato invece individuato un importante monumento funerario ancora in posto.
Si tratta di una stele iscritta databile al I secolo d.C. che aveva la sua base a metri 5,80 di profondità e che fu ricoperta dagli strati alluvionali, senza peraltro essere stata spostata dalla forza delle acque.
Sull’altro lato della strada, all’inizio di Via Cucchiari, è apparsa alla profondità di metri 3,80 una tomba del tipo a cassa laterizia con mattoni posti di taglio contenente gli scheletri di due individui adulti, uno dei quali aveva il cranio poggiato su di un laterizio disposto nella cassa con funzione di cuscino. La presenza di una fibula di bronzo del tipo a croce latina permette di datare questa sepoltura ad età tardoantica.
I materiali sono conservati presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, il Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena e presso la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna.
Rinvenimenti
Stele di Caius Fadius Zethus
Stele centinata databile al I secolo d.C. L’arco e lo specchio epigrafico sono riquadrati da cornice modanata. Nello spazio sommitale è scolpita una rosetta, affiancata da due rosette più piccole. Al di sotto sono raffigurati due grifi affrontati, ai lati di un vaso (kantharos).
Questi elementi figurati rappresentano un richiamo simbolico al mondo dell’oltretomba. Ai lati dello specchio epigrafico due sottili paraste con capitello corinzio. La stele è infissa sul proprio basamento quadrangolare al quale è ancorata da grappe di piombo.
V(ivus) f(ecit) / C(aius) Fadius Zethus / sibi et / Dis Manib(us) Faltoniae / Dorcadis uxoris / piissimae, / fil(iis) fil(iabus), lib(ertis) lib(ertabus). / In fronte p(edes) XXIIII, / in agr(o) p(edes) XXVIII.
Gaio Fadio Zeto fece da vivo a se stesso e agli Dèi Mani della piissima moglie Faltonia Dorcade, ai figli e alle figlie, ai liberti e alle liberte. L’area misura sul lato frontale 24 piedi, 28 piedi in profondità.
Caius Fadius Zethus dedica il monumento, ancora vivo, a se stesso, alla defunta moglie Faltonia Dorcas e a tutti i figli e i liberti. L’area sepolcrale misura circa m 7,10 x 8,30: la notevole estensione rivela l’agiatezza e lo stato sociale del dedicante. Datazione: I secolo d.C.
Frammento di monumento funerario raffigurante una prua di nave
Grande frammento di monumento di marmo. Si riconosce la prua di una nave con un leone (o un lupo) a rilievo che stringe fra i denti un anello. Il rostro è affiancato su entrambi i lati da armi da taglio (gladio e coltelli) disposte simmetricamente, probabilmente ad imitazione delle lastre laterali che ornavano i rostri delle navi militari.
In basso, ai lati della prua, sono riconoscibili due uccelli che catturano con il becco una lucertola. Il frammento è forse attribuibile ad un monumento funerario di un personaggio di alto rango che aveva ricoperto funzioni di comando militare in ambito navale. Il monumento è databile alla fine del I secolo d.C.
Frammento di monumento funerario a edicola
I due frammenti ricomponibili facevano parte probabilmente dell’epistilio di un monumento funerario a edicola. Sono decorati nella parte superiore da un tralcio vegetale con foglie e fiori che parte da un cespo di foglie d’acanto; al di sotto del fregio la superficie dei blocchi è decorata da una serie di fasce aggettanti.
I due elementi, databili intorno alla fine del I secolo a.C., erano stati reimpiegati come massicciata di contenimento o come banchina transitabile della via Aemilia di età tardoantica.
Frammento di monumento funerario
I due blocchi ricomponibili sono decorati da una cornice a cassettoni incorniciati su tre lati da un motivo a semiovoli e fiocchetti, alternati a mensole. Facevano parte probabilmente della trabeazione di un monumento funerario a dado.
Dal lato più breve della cornice si stacca un timpano corniciato, di cui resta l’angolo di sinistra. I due elementi, databili intorno alla seconda metà del I secolo a.C., erano stati reimpiegati come massicciata di contenimento o come banchina transitabile della via Emilia di età tardoantica.
Timpano corniciato
Particolare del frammento di monumento funerario con l’imposta del timpano corniciato. Il timpano sormontava la fronte del monumento, a costituire una sorta di quinta scenografica.