324. Via L. Valdrighi
Necropoli. Seconda metà I secolo d.C.
1934. Scavi per fognature (ricerche A. Pedrazzi)
A m 3,60 di profondità venne in luce la sommità di una stele funeraria alla cui base era una tomba ad incinerazione. La stele poggiava su un basamento in mattoni chiuso da una lastra di pietra, sotto al quale era collocata l’urna cineraria assieme al corredo, costituito da un balsamario di vetro e da una moneta di bronzo.
La sepoltura sembra ricollegabile alla necropoli orientale di Mutina probabilmente in relazione alla presenza di una strada che si dirigeva a sud est, verso il crinale appenninico.
La stele è conservata al Museo Lapidario Estense, il corredo è andato perduto.
Fonti e documenti
Pedrazzi in “Gazzetta dell’Emilia”
Foto dello scavo
Rinvenimenti
Stele di M. Paccius Orinus
Stele rettangolare su un basamento. È sormontata da un frontone con testa di gorgone e con acroteri a palmette.
Entro lo specchio epigrafico, riquadrato da ampie cornici, oltre all’iscrizione dedicata all’Apollinaris Marcus Paccius Orinus, sono una sella curulis con cuscino e poggiapiedi e due fasci littori, simboli della carica di magistrato. I secolo d.C.
M(arco) Paccio M(arci) l(iberto) Orino, / mag(istro) Apol(linari), / Masura (mulieris) l(iberta) Suavis viv(a) fec(it).
Masura Soave, liberta di una donna, fece da viva a Marco Paccio Orino, liberto di Marco, preside del collegio degli Apollinari.
L’iscrizione riporta la dedica sepolcrale di una liberta a Marcus Paccius Orinus, forse il marito, di cui vuole porre in particolare evidenza la carica ricoperta nell’ambito del culto imperiale municipale, quella di magister Apollinaris, la più alta del collegio mutinense. L’autorità del grado è ribadita dalla raffigurazione delle insegne (sella curulis e fasci littori).