310. Area tra Viale L. A. Muratori e Viale N. Fabrizi

Necropoli. Età tardoantica
29 luglio 1546. Scavi per la costruzione del baluardo di S. Pietro

Una cronaca del XVI secolo ricorda il rinvenimento ad una profondità di m 5,20 circa di una tomba a cassa laterizia per la quale era stata riutilizzata come coperchio la stele degli Statii databile attorno alla metà del I secolo d.C.

Il rinvenimento si inquadra nell’ambito della necropoli meridionale di Mutina. La stele, successivamente reimpiegata prima nel Duomo e poi nel Palazzo Comunale, è oggi conservata al Museo Lapidario Estense.

Approfondimento

La cronaca di Tommasino de’ Bianchi ricorda il rinvenimento di una “sepultura con belissime lettere antique” utilizzata “per cuperto de una sepultura in la quale ge era due teste de homo o vere dona con el resto delle osse sotto terra delle braza dece …”.

Il rinvenimento è ricordato successivamente più volte dal cronista in occasione del trasporto in piazza Grande della stele che fu “… piombata apresso la sepultura de Molza in testata del pilastro della volta che va alla porta del Domo verso S.to Domenico”.

Fonti e documenti

Cronaca di T. de’ Bianchi

Zobia adì 29 ditto.
Una belissima preda de una sepultura con belissime lettere antique se atrovata questo dì nel cavamento delle fosse del bello vardo di S.to Petro al incontro della punta delle mure verso levante e meggio giorno in quello meggio e assai persone la sono andata a vedere la quale era per cuperto de una sepultura in la quale ge era due teste de homo o vere dona con el resto delle osse sotto terra delle braza dece.

 

Tommasino de’ Bianchi, Cronaca modenese, 29 luglio 1546. BE, Cronache modenesi manoscritte, a. T.1.9, c. 442 r.

 

Mercordì adì 4 ditto.
La preda trovata sul bellovardo de S.to Petro adì passati et fatta portare in piaza dalli Signori Conservatori è stata piombata questa matina al Domo apresso la sepultura de Molza in testata del pilastro della volta che va alla porta del Domo verso S.to Domenico de comissione delli Signori Conservatori et è quello dove è lo epitafio primo scritto in questo analle ali 1445 adì 3 agosto ditto.

Tommasino de’ Bianchi, Cronaca modenese, 4 agosto 1546
BE, Cronache modenesi manoscritte, a. T.1.9, c. 445 v.

 

Cronaca V. Colombi

Queste sono due memorie in pietra di marmo che sono affise nelle due colone che sono sotto alla torre del Orologio di Modena.

 

Vincenzo Colombi, Cronaca di Modena (dal 1597 al 1643), c. 19 r.
BE, Cronache Modenesi manoscritte, Racc. Campori 291 = B.6.11

Rinvenimenti

Stele degli Statii

Stele rettangolare ornata da un’edicola sormontata da un timpano e inquadrata da due finti pilastri. Ai lati del timpano sono raffigurati due uccelli rapaci che artigliano le teste di un capretto e di una lepre.

Al centro del frontone è presente una patera. Nell’edicola è inserita la dedica di C. Statius Salvius; sul fianco sinistro della stele si legge l’iscrizione dell’oste P. Pomponius Anteros. La stele che si data intorno alla metà del I secolo d.C. fu riutilizzata in età tardoantica come copertura di una tomba a cassa laterizia.

Subito dopo il rinvenimento la stele venne reimpiegata presso il Duomo. Qualche anno dopo, come attesta la cronaca Colombi, venne trasferita, assieme alla stele di Sextus Allius (rinvenimento 57), davanti all’ingresso del Palazzo Comunale ad ornare i pilastri che sostengono la Torre dell’Orologio dove rimase fino al 1828.

 

Museo Lapidario Estense

 

Sulla fronte: C(aius) Statius C(ai) f(ilius) Salvius / sibi et C(aio) Statio C(ai) f(ilio) / Rustico et / P(ublio) Pomponio P(ubli) l(iberto) Anteroti, / Pomponiae P(ubli) l(ibertae) Optatae, / f(iliis), l(ibertis), / posterisque eorum. / N(equis?) L(ocum?) M(onumenti?) F(rangat?), et tu. / In fr(onte) p(edes) XVI, in ag(ro) p(edes) XX.

Sul lato: V(ivus) / P(ublius) Po/mpo/nius / Ante/ros, / copo.

Gaio Stazio Salvio, figlio di Gaio, (fece) a se stesso e a Gaio Stazio Rustico, figlio di Gaio, e a Publio Pomponio Anterote, liberto di Publio, a Pomponia Optata, librta di Publio, ai figli, ai liberti e ai loro discendenti. Nessuno rovini il monumento! E tu (che leggi, stammi bene!). L’area misura 16 piedi sul lato frontale, 20 piedi in profondità.

Publio Pomponio Anterote, oste, vivente.

Il monumento sepolcrale era destinato a due nuclei famigliari: gli Statii e i Pomponii. Uno dei dedicanti era vivo al momento in cui venne fatta l’iscrizione, come appare dalle parole sul fianco destro, che dichiarano anche l’attività esercitata dal personaggio, quella di oste.

L’area sepolcrale era di m 4,80 x 6. Datazione: I secolo d.C.