271. Largo G. Garibaldi 7, Palazzo Vaccari
Domus. I secolo a.C. – IV secolo d.C.
Strada e contesto imprecisabile. Età romana
1892-1894. Scavi per le fondazioni di casa Borelli e per la realizzazione di un pozzo (ricerche A. Crespellani)
2007. Scavi per la realizzazione di un garage sotterraneo (scavo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna)
Nel 1892-94 durante lo scavo per le fondazioni dell’edificio si rinvennero resti architettonici, fra cui un frammento di monumento in pietra decorato a bassorilievo con tracce d’iscrizione, probabilmente riferibile ad un monumento funerario a dado. L’anno seguente, durante la costruzione di un pozzo all’interno dello stesso fabbricato, vennero messi in luce fra 5 e 7 m di profondità, un muro in mattoni sesquipedali e un piano stradale con basoli di trachite, oltre a materiali ceramici ed edilizi. Il rinvenimento si colloca all’interno dell’area urbana di Mutina.
Durante lo scavo del 2007 sono emersi con più chiarezza i resti di una domus di cui è stato possibile individuare varie fasi residenziali.
Alla profondità di 7,55 m dal piano attuale sono emerse strutture murarie costituite da frammenti di mattoni legati a secco, appartenenti probabilmente ad una domus edificata in tarda età repubblicana con affaccio sulla Via Emilia.
Tra il I e il II sec. d.C. le strutture murarie di epoca repubblicana sono spoliate e sostituite da nuove, realizzate con la stessa tecnica e lo stesso orientamento di quelle precedenti. Una probabile sala di rappresentanza della domus è documentata da un ambiente con pavimentazione in opus signinum. La ceramica rinvenuta sopra le strutture pavimentali indica una frequentazione dalla fine del I alla fine del II sec. d.C.
Al III sec. d.C. sono riferibili ulteriori livelli di frequentazione, nei quali sembrano dismessi i piani pavimentali ma sono ancora in uso le strutture murarie divisorie, mentre al IV secolo è databile una nuova risistemazione di materiale laterizio con l’intento di costituire un piano utilizzabile. Tra il V e il VI sec. d.C. tutta l’area è in stato di abbandono ed è obliterata da fenomeni alluvionali.
I materiali sono conservati presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.
Fonti e documenti
Crespellani in “Il Cittadino”
Rinvenimenti
Frammento di monumento funerario
Angolo di monumento in pietra d’Istria decorato a bassorilievo da un fregio dorico composto da triglifi e metope con motivo floreale. Al di sotto della decorazione si intravedono i resti di una iscrizione con caratteri alti cm 10 di cui si leggono le ultime lettere […]ILIO, forse completabili come [… f]ilio.
Le caratteristiche del fregio, che corre sui due lati del frammento, e la tipologia dell’iscrizione fanno ritenere che si tratti di un angolo di monumento funerario a dado, databile fra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C.
La sua presenza in area urbana sarebbe dunque da riferire ad un reimpiego.