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Necropoli. Fine I secolo a.C. – II secolo d.C.
1963-1964. Scavi per la costruzione di un edificio (ricerche di B. Benedetti)
I lavori portarono in luce vari monumenti funerari relativi alla vasta necropoli orientale di Mutina. I materiali vennero recuperati in un terreno argilloso di colore grigio, interpretabile come livello alluvionale.
A m 3,50 di profondità si rinvennero due muri di mattoni manubriati disposti ortogonalmente, uno lungo m 20 e l’altro m 13,30. I muri si approfondivano oltre m 6 di profondità e si poté accertare che la loro altezza superava complessivamente i quattro metri.
All’interno dell’area delimitata dai muri, alla profondità di m 6, si rinvennero sei tombe ad inumazione in fossa semplice, di cui una con due deposizioni, orientate in direzione est/ovest. La presenza di numerosi frammenti di embrici ha fatto pensare anche all’esistenza di tombe del tipo alla cappuccina.
Immediatamente ad est dell’area recintata dai muri furono messe in luce tombe ad inumazione e ad incinerazione (“ustrina”). Del materiale recuperato è conservata attualmente soltanto una lucerna con bollo Fortis.
A nord e a sud dei muri, tra m 4 e 5 di profondità, sono stati individuati l’ara di P. Clodius, un’ara votiva anepigrafe e altri quattro monumenti funerari fra cui quelli di M. Numisius Castor e di L. Arruntius Rufus. Le tombe ad inumazione e ad incinerazione potrebbero essere datate già alla fine del I secolo a.C., mentre i monumenti funerari sono variamente datati fra I e II secolo d.C. e sono conservati presso il Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena.
Rinvenimenti
Monumento di Publius Clodius
Il monumento di Publius Clodius, databile intorno al primo venticinquennio del I secolo d.C., era costituito da un recinto formato da quindici blocchi di pietra a sezione trapezoidale, che probabilmente sormontavano un muretto di mattoni. Gli elementi lapidei recintavano il monumento su tre lati, lasciando libero il lato posteriore per l’accesso all’interno dell’area funeraria.
Quelli disposti sulla fronte e i primi due laterali sono dotati di fori a sezione circolare per l’inserimento di un elemento decorativo di bronzo o di ferro, ora perduto. I blocchi lapidei sono ricomponibili e restituiscono esattamente le misure del lotto sepolcrale riportate nelle iscrizioni dei cippi.
Entro il recinto funerario era collocata l’ara parallelepipeda, ornata sulla fronte e sui lati da un elegante kyma ionico ad ovoli bordati superiormente da un fregio continuo a girali d’acanto. Sul retro, lungo il margine superiore, si svolge un fregio dorico con metope, triglifi, bucrani e fiori.
Sulla fronte del recinto funerario erano collocati due cippi, con identica iscrizione, che riportavano le misure dell’area sepolcrale.
Cippi pertinenti al recinto funerario di P. Clodius. Uno è quasi integro, l’altro è conservato per oltre due terzi. I cippi si datano all’inizio del I secolo d.C. e originariamente si trovavano all’interno del recinto funerario.
Ara anepigrafe
L’ara è impostata su una larga base corniciata e termina verso l’alto con cornici lisce e ad ovoli. Sul piano superiore sono due pulvini fasciati di lauro con fiore centrale affiancato da un uccello. Il monumento è databile entro la metà del I secolo d.C.
Ara di M. Numisius Castor
Ara marmorea dei contubernales M. Numisius Castor e Q. Velucius Verus. I due personaggi sono raffigurati sui lati brevi in lunga toga e con il volumen in mano; ai piedi dei due personaggi si trovano la capsa e un labellum.
L’ara funeraria potrebbe appartenere a due veterani vissuti nello stesso corpo di truppa e poi uniti nella vita civile da un saldo rapporto di amicizia, di familiarità e di intimità. Sulla sommità era fissato un elemento verticale di bronzo, probabilmente una pigna che accentuava il valore di segnacolo funerario del monumento. L’ara è databile intorno al II secolo d.C.
Stele di L. Arruntius Rufus
Stele di C. Petronius Mantes
Stele rettangolare di calcare. Il frontone è decorato da un fiore a rilievo; ai lati palmette con racemi. La stele si data nella seconda metà del I secolo d.C.
Stele di Numicia Pyrallis
Stele rettangolare iscritta. In un incasso rettangolare sulla sommità è riconoscibile una testa di gorgone dai capelli espansi e il volto schiacciato; in basso è presente un foro circolare per l’infissione nel terreno. La stele è databile tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C.