56. Largo di Porta Sant’Agostino, Palazzo dei Musei
Necropoli. I-II secolo d.C.
Intorno al 1757. Scavi per la costruzione dell’Arsenale di Francesco III
Un anonimo copista settecentesco ricorda il rinvenimento della stele di P. Pinarius Hister, oggi conservata presso il Museo Lapidario Estense, e di un’altra stele non rintracciabile. I rinvenimenti si inquadrano nell’ambito della necropoli occidentale di Mutina.
Approfondimento
La copia settecentesca della raccolta epigrafica modenese compilata nel Cinquecento da Giovanni Maria Barbieri segnala il rinvenimento della stele con l’iscrizione di P. Pinarius Hister. Lo stesso copista nel passo successivo ricorda anche il ritrovamento nella medesima area di «un cippo sepolcrale quadrilungo con cornici e ornati fatto per un soldato modenese che militò in» [la testimonianza si interrompe in questo modo]. Alcuni autori hanno tentato di identificare il cippo sepolcrale con due testimonianze epigrafiche modenesi che si riferiscono a militari, ma entrambe le attribuzioni appaiono poco convincenti. La prima, quella di C. Maternius Quintianus, era stata già trovata prima del 1442, in quanto l’umanista Ciriaco d’Ancona la vide in quell’anno presso il Duomo. La seconda, di Quintus Ambilius (ritrovamento n. 54), è riportata dalla stessa copia settecentesca di G. M. Barbieri tra i rinvenimenti del 1547 presso porta S. Agostino.
Stele di C. Maternius Quintianus
Stele rettangolare di calcare databile alla seconda metà del II secolo d.C. Ai lati presenta paraste scanalate sui cui capitelli sono rappresentati due geni con fiaccola rovesciata. Nel timpano si colloca il ritratto del defunto con mantello militare. Sotto all’iscrizione è raffigurata una scena di banchetto. La carriera militare del defunto è simboleggiata dall’aquila ad ali spiegate e da tre insegne con falere collocate sotto il riquadro del banchetto.
La stele fu reimpiegata in età medievale nel fianco meridionale del Duomo.
D(is) M(anibus). / C(aio) Maternio / Quintiano, / veterano / ex praetor(iano), / Maternia / Benigna, / filia, et / M(arcus) Aurelius / Maximus, / gener, ob me/rita eius.
Agli Dèi Mani. A Gaio Maternio Quintiano, veterano pretoriano, per i suoi meriti, (dedicarono il monumento) la figlia Maternia Benigna e il genero Marco Aurelio Massimo.
Maternia Benigna e Marcus Aurelius Maximus, rispettivamente figlia e genero di Caius Maternius Quintianus, dedicano l’importante monumento funerario agli Dei Mani del padre e suocero, che compì con onore la carriera militare, prestando servizio nella distintissima coorte del pretorio.
Fonti e documenti
Silloge epigrafica di G.M. Barbieri
Nello scavarsi delli fondamenti dell’Arsenale poscia convertito nel Grande Ostello
P. PINARIUS
P. L. HISTER SIBI
ET AXIAE L. L.
CHREMETINello scavarsi le fondamenta per far un ritiro agli soldati presidiarii della Porta di Sant’Agostino alla sinistra prima di sortire un cippo sepolcrale quadrilungo con cornici e ornati fatto per un soldato modenese che militò in
Rinvenimenti
Stele di P. Pinarius Hister
Stele rettangolare semilavorata. Al centro del timpano è una rosetta appena sbozzata. La stele si data intorno ai primi decenni del II secolo d.C.
P(ublius) Pinarius / P(ubli) l(ibertus) Hister sibi / et Axiae L(uci) l(ibertae) / Chrene et / ——
Publio Pinario Istro (fece) a se stesso e ad Assia Crene, liberta di Lucio, e …
Da notare l’origine toponomastica dei cognomi: Hister è nome di fiume, Chrene sta per “fonte”.
Datazione: prima metà II secolo d.C.