185. Viale Caduti in Guerra, a nord dell’incrocio con Via San Giovanni del Cantone

Necropoli. Seconda metà del III secolo d.C.
Agosto 1550. Scavi per la costruzione delle mura presso la chiesa della Madonna della Fossa (in terreni già di proprietà di Gian Giacomo Della Porta)

Cronache del XVI secolo ricordano il rinvenimento, ad una profondità di m 5,20, di un sarcofago presumibilmente riferibile alla necropoli tardoantica a nord della città.
Il sarcofago è conservato presso il Museo Lapidario Estense.

Approfondimento

Nel 1550 Tommasino de’ Bianchi riporta la notizia del rinvenimento in un terreno già di proprietà di Gian Giacomo della Porta di «una bella sepultura biancha de preda viva» di cui fornisce la profondità e le dimensioni.

Quasi certamente il sarcofago descritto da Tommasino corrisponde al «cofano di marmoro grande» rinvenuto «verso dove era situata la Madonna della Fossa» di cui viene data notizia nel 1552 da Suor Lucia Pioppi.

Nella sua cronaca Suor Lucia riporta anche il testo dell’iscrizione sulla base del quale è possibile identificare il sarcofago con il sepolcro di Sosia Herennia conservato presso il Museo Lapidario Estense.

Fonti e documenti

Cronaca di T. de’ Bianchi

Io Thomasino ho veduto una bella sepultura biancha de preda viva granda come è uno de quelli cassoni che sono atorno al domo nostro de Modona la quale è al incontro della nostra Dona della Fossa circha pertiche 20 verso levante et la scasa che fu de M. Zan Jacomo dalla Porta suxo el suo orto ge di sopra verso mezo dì lontano uno tratto de mano.

La cima della detta sepurtura è sotto terra circa braza 4; líalteza della sepultura polessere circa braza 4 ½. El se estima che dal fondo dove ella è sino alla cima del terreno sia braza 10 o circa et síè atrovata cavando terra da fare prede per la fabricha del grandimento de questa città di Modena, la quale sepultura non è ancora descuperta, se no alquanto la cima e li corni.

 

Tommasino deí Bianchi, Cronaca modenese, 15 agosto 1550 BE, Cronache Modenesi manoscritte, a.T.1.10, c. 708 v.

 

Cronaca di Suor Lucia Pioppi

Il dì 27 agosto. Il dì suddetto facendosi un cavamento da S. Giovanni del Cantone fu trovato un cofano di marmoro grande verso dove era situata la Madonna della Fossa et sopra v’erano scolpite le seguenti parole: Sosiae Q. f. Herenniae. Matri. F. Sosio. Feliciano. Alumno. Eius. Sosius. Ptolemeius Fil.

 

Cronaca modenese della suor Pioppa modenese dall’anno 1541 all’anno 1605, 27 agosto 1552
ASMO, Archivio Privato Boschetti, X.XIII.37, p. 70

Rinvenimenti

Sarcofago di Sosia Herennia

Sarcofago a decorazione architettonica. Sulla fronte due arcate affiancano una edicola con frontone triangolare all’interno della quale è l’iscrizione funeraria. I lati brevi presentano membrature ad arco ribassato sostenuto da mensole entro le quali doveva essere inserita la decorazione.

Il coperchio, con acroteri angolari, è del tipo a tetto displuviato decorato da un motivo a squame e presenta una frattura restaurata in antico con delle grappe di metallo. Sulla fronte, ai lati e negli acroteri la lavorazione è rimasta incompiuta e sono ancora presenti le bugne appena sbozzate predisposte per la lavorazione.

Il sarcofago può essere datato tra la metà e la fine del III secolo d.C.

 

Sarcofago di Sosia Herennia
Museo Lapidario Estense

 

Sosiae Q(uinti) f(iliae) He/renniae, matri, et / Sosio Feliciano, / alumno eius, / Sosius Ptolemaeus / fil(ius).

Il figlio Sosio Tolemeo (fece) alla madre Sosia Erennia, figlia di Quinto, e a Sosio Feliciano, cresciuto da lei.

 

L’iscrizione riporta la dedica a Sosia Herennia, di nascita libera, da parte del figlio Sosius Ptolemaeus, che ricorda nell’epigrafe anche Sosius Felicianus, particolarmente caro alla donna, probabilmente un altro figlio, ma forse anche un liberto.

Il termine alumnus può infatti indicare sia il figlio naturale che un individuo affidato alle cure di una famiglia, e pertanto cresciuto in casa come figlio.