71. Incrocio tra Via Taglio e Via Sant’Agata

Necropoli. Fine III-IV secolo d.C.
26 maggio 1552. Scavi per lavori in casa di messer Paolo Pasino presso la chiesa di S. Agata

Una cronaca del XVI secolo ricorda il rinvenimento, a m 4,70 di profondità, di una tomba del tipo a cassa di piombo, oggi perduta, che conteneva due scheletri, uno di adulto e uno di bambino, con relativo corredo costituito da un pettine d’osso. Il rinvenimento si inquadra nell’ambito della necropoli tardoantica a ovest della città.
Negli stessi anni un’altra cronaca segnala nelle vicinanze della chiesa di S. Agata anche la presenza della lastra di C. Egnatius Primigenius, senza tuttavia fornire indicazioni sulle modalità del ritrovamento.  La presenza della lastra, databile ad età augustea, in un contesto di necropoli tardoantica potrebbe riferirsi ad un reimpiego. Attualmente il monumento è conservato presso il Museo Lapidario Estense.

Approfondimento

La cronaca di Suor Lucia Pioppi riporta, alla data del 26 maggio 1552, il resoconto di un rinvenimento avvenuto scavando per costruire una fontana nella “casa di messer Paolo Pasino” nei pressi della chiesa di Sant’Agata. Alla profondità di 9 braccia (circa m 4,70) “si trovò un cassono di piombo dov’erano dentro l’ossa di dui corpi …”, uno di adulto (“giudicate da un gigante per essere i schinchi lunghissimi et la testa grandissima…”), l’altro di bambino “di circa 10 in 12 anni”. Il corredo comprendeva “un pettine di osso bianco, come sono quei da pettinare i capei …”. Suor Lucia ricorda che il sarcofago, oggi non conservato, e il corredo, furono venduti a caro prezzo: “vendettero più di 30 pesi di piombo”.
Pochi anni prima Tommasino de’ Bianchi aveva segnalato la presenza sempre nell’area della fontana di S. Agata (ubicata presso l’attuale via Rismondo) di una “preda grande”, trasportata in Piazza Grande nel 1546. Il monumento è identificabile, sulla base dell’iscrizione trascritta dal cronista, con la lastra di C. Egnatius Primigenius. Tommasino non fornisce però alcuna indicazione sul recupero della lastra e pertanto non si può avere la certezza che sia stata rinvenuta proprio in quell’area.

Fonti e documenti

Il dì 26 Maggio nel cavare per fare una fontana in casa di Messer Paolo Pasino da S. Agata sotto terra 9 brazza si trovò un cassono di piombo dov’erano dentro l’ossa di dui corpi. L’ossa maggiori furono giudicate da un gigante per essere i schinchi lunghissimi et la testa grandissima, con parte di denti grandi, l’altre più piccole ossa, giudicorono essere l’ossa d’un fanciullo ho maschio ho femina, di circa 10 in 12 anni, et haveva tutti li denti et v’era con seco un pettine d’osso bianco come sono quei da pettinare i capei et il tutto sì narrò Madama Isabetta Passerina moglie di detto messer Paulo el vendette più di 30 pesi di piombo, molti denari.

 

Cronaca modenese della suor Pioppa modenese dall’anno 1541 all’anno 1605, 26 maggio 1552
ASMO, Archivio Privato Boschetti, X.XIII.37, pp. 68-69

 

Martedì adì 3 agosto.
El Magnifico Conte Ugo di Ruberti gentilhomo modoneso me ha portato a casa mia li infrascritti tri epitafi li dui primi sono stati trovati videlicet … el 2° era et è in una preda grande che già fu posta denante alla fontana de S.ta Agata in la strada fra detta giesia e la casa et orto del Signor Conte Uguzon Rangone, la quale è stata portata in piaza de comissione delli Signori Conservatori et impiombata alla trofina de S.to Geminiano. [Segue la trascrizione dell’epigrafe]

 

Tommasino de’ Bianchi, Cronaca modenese, 3 agosto 1546
BE, Cronache Modenesi Manoscritte, a. T.1.9, c. 445 r.

Rinvenimenti

Lastra di C. Egnatius Primigenius

Lastra di calcare, riquadrata da una cornice a due listelli con giro di ovoli. I caratteri epigrafici e il tipo di cornice sono propri dell’età augustea.

 

Lastra di C. Egnatius Primigenius. Museo Lapidario Estense

 

C(aius) Egnatius Primigenius, / Apol(linaris), sibi et suis; / M(arcus) Helmonius Atticus, Ap(ollinaris), sibi / et Eloniae Hecate uxori et / M(arco) Helmonio M(arci) f(ilio) Tauro, fìlio, et / libertis libertabus v(ivi) f(ecerunt).

Gaio Ignazio Primigenio, Apollinare, a se stesso e ai suoi; Marco Elmonio Attico, Apollinare, a se stesso e alla moglie Elonia Ecate e al figlio Marco Elmonio Tauro, figlio di Marco, ai liberti e liberte fecero da vivi.

 

L’iscrizione riporta la dedica di Caius Egnatius Primigenius e Marcus Helmonius Atticus, entrambi membri del collegio degli Apollinari. Datazione: primo venticinquennio del I secolo d.C.