204. Via Emilia Ovest, località Bruciata

Capitelli, V-VI sec. d.C.

1553. Rinvenimento fortuito

Alla data del 28 agosto 1553 Tommasino de’ Bianchi descrive il trasporto in piazza Grande di un grande capitello di marmo bianco decorato, trovato sulla via Emilia all’incrocio con l’osteria della Bruciata. Nella stessa località, il 20 marzo dello stesso anno, furono rinvenute altre “belle prede marmore”. Non molti anni prima erano stati trovati numerosi elementi marmorei, tra cui uno, ora perduto, riutilizzato come acquasantiera nella chiesa di S. Agostino, e due capitelli che furono collocati all’interno del Duomo sempre con la funzione di acquasantiere. Si tratta di due esemplari di capitelli tardoantichi importati forse da Costantinopoli, uno con grifi, gorgoni e mascheroni fogliati, l’altro a volute con corona di foglie d’acanto, databili, in base a confronti con esemplari ravennati, dalla seconda metà del V sec. d.C. a tutto il secolo successivo.

Non è escluso che il capitello fosse già visibile alla periferia della città nel XII secolo e che ad esso si sia direttamente ispirato Wiligelmo per il mascherone dell’architrave della Porta Maggiore del Duomo. Rimane oggetto di discussione se il capitello e gli altri elementi architettonici di pregio recuperati nel corso del Cinquecento presso la Bruciata siano da mettere in relazione ad un luogo di culto extraurbano o non rappresentino piuttosto i resti di un deposito di materiali antichi trasportati a Modena in età medievale per essere destinati al reimpiego.

 Rinvenimenti

Interno del Duomo. Acquasantiera realizzata con un capitello di età romana decorato con grifi, gorgoni e mascheroni fogliati. IV secolo d.C.