La Domus

A Mutina, oltre ai grandi edifici pubblici destinati alla vita amministrativa e religiosa, agli spettacoli e alla cura della persona, esisteva anche un gran numero di case private. Spesso erano dimore modeste ma non mancavano ricche domus, generalmente indicate da rinvenimenti di mosaici ed altri elementi architettonici di pregio.

La Domus

La Domus

Mancano per il centro di Modena scavi archeologici di grande estensione e per questo non conosciamo nei dettagli come erano costruite le domus della città. Proponiamo quindi la ricostruzione ipotetica di una ricca dimora basandoci sui resti ritrovati durante gli scavi effettuati nel 1967 all’incrocio tra via Università e Corso Canalgrande (rinvenimento 225).

Nel 1967 i resti non furono portati alla luce da uno scavo archeologico ma in seguito a lavori edilizi e perciò furono recuperati in modo fortuito. Per questo motivo la documentazione è estremamente carente e si riduce solo ad uno schizzo planimetrico dove sono indicati alcuni muri, pavimenti a mosaico e resti di capitelli. La presenza di uno spazio interno aperto (peristilio) appare confermata dal ritrovamento dei resti bronzei di una fontana con getti a forma di anatra. Altri elementi bronzei riferibili a due letti tricliniari, ai montanti di un tavolino e ad un candelabro potrebbero appartenere all’arredo di ambienti di rappresentanza tipici delle domus romane. I resti archeologici del periodo di maggiore floridezza della domus si datano dalla metà del I sec. a.C. fino al I sec. d.C.

Nel 2009, durante scavi archeologici di limitata estensione sulla stessa area scavata negli anni ‘60, sono state rinvenute le fondamenta di alcuni muri e di un grande plinto rettangolare che sono andate ad integrare le notizie ricavate dagli scavi precedenti.

La pianta della domus, che supponiamo occupare circa la metà di un isolato cittadino, riproduce una tipica abitazione urbana ad atrio e peristilio ed è ricostruita in base ad esempi di abitazioni coeve dell’Italia settentrionale. Partendo da un ingresso affiancato da tabernae (attività commerciali e artigianali) si accede ad un atrio, su cui si aprono stanze da letto (cubicula); proseguendo si giunge ad un peristilio su cui si affacciano vari ambienti di soggiorno e di rappresentanza, assieme ad una cucina e ad un hortus.

Nella ricostruzione tridimensionale è possibile visitare due ambienti particolarmente rappresentativi dell’antica domus: il triclinio estivo (sala da pranzo di rappresentanza utilizzata durante la bella stagione) e il peristilio (giardino interno alla casa).

 

Il triclinio estivo

La ricostruzione tridimensionale proposta è ipotetica, ma si basa su alcuni elementi reali provenienti dalla ricca domus del rinvenimento 225 (letti tricliniari, tavolino circolare e candelabro in bronzo, tavolino in marmo di cui è stato ritrovato un frammento) e da altre domus cittadine (pavimento in opus signinum a livelli differenziati attestato in un’abitazione presso le mura settentrionali, rinvenimento 160; pareti affrescate con motivi ripresi da una villa extraurbana scavata sulla via Emilia presso la Cava Fossalta).

Il triclinio estivo della Domus.

Il peristilio

Sicuramente riferibili al giardino interno alla domus sono gli elementi in bronzo di una fontana, costituiti da due anatre dal cui becco doveva scaturire l’acqua e da uno zampillo che creava anch’esso giochi d’acqua, tutti reperti provenienti dal rinvenimento 225.

Il pavimento dei portici riprende un mosaico appartenente alla domus scoperta in Piazza Grande (rinvenimento 145). Le specie vegetali che completano l’ambiente del peristilio (cipresso, pesco, fico, mirto, bosso) sono state scelte sulla base delle analisi archeobotaniche sui depositi archeologici di questo ed altri scavi di età romana nella città di Modena.

Il peristilio della Domus